Storie d'Irlanda

02 | Dublino

April 19, 2021 Turismo Irlandese Season 1 Episode 2
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Fondata dai Vichinghi e tenacemente ancorata alla sua storia e alle sue tradizioni, negli ultimi anni Dublino si è rinnovata profondamente fino a diventare una delle città  più affascinanti d’Europa che sorprende il visitatore con il suo mix di antico e moderno. 

 

 

DUBLINO

[0.00] Cenni introduttivi

Dublino è una città antica e al tempo stesso moderna. Da quando ci sono stato per la prima volta, circa trent’anni fa, ci sono tornato così spesso da aver quasi perso il conto.

Fondata dai Vichinghi e tenacemente ancorata alla sua storia e alle sue tradizioni, negli ultimi anni Dublino si è rinnovata profondamente fino a diventare uno dei luoghi più ambiti e affascinanti d’Europa. In questa puntata di Storie d’Irlanda cercherò di spiegarvi perché.

 In parte è merito sicuramente del grande boom economico degli anni ‘90 ma anche della valorizzazione della sua straordinaria cultura: basti pensare che la città ha dato i natali ad alcuni dei più grandi scrittori degli ultimi secoli, come James Joyce e Oscar Wilde.

 In tempi recenti il suo grande dinamismo l’ha trasformata anche in una piccola Silicon Valley europea. Nei quartieri più moderni di Dublino hanno aperto infatti le proprie sedi continentali i giganti della “New Economy”, da Google a Facebook, da Amazon a Airbnb. Ma tutto questo progresso e questa modernità non l’hanno resa una città fredda, al contrario, nel 2020 Dublino è stata definita una delle città più accoglienti d’Europa.

Io sono Riccardo Michelucci, sono un giornalista e da anni percorro l’Irlanda in lungo e in largo. Ma ogni volta vi scopro qualcosa di nuovo e di sorprendente.

Con Storie d’Irlanda faremo un viaggio insieme all’ente del turismo irlandese attraverso i luoghi, i personaggi e le curiosità di questa terra ricca di fascino e di cultura.

[1:40] Panoramica sulla città, i ponti, passeggiata sul Liffey

Una volta atterrati a Dublino, il modo più semplice ed economico per raggiungere il centro cittadino è senza dubbio l’autobus. Si può trovare facilmente all’uscita dei terminal e in circa mezz’ora ci porta nel cuore della città.

A Dublino non c’è la metropolitana ma funziona un’efficientissima rete di autobus, una rete di tranvie e anche i taxi non sono affatto cari. Io però preferisco quasi sempre camminare, anche perché il centro non è poi così grande e si può attraversare in lungo e in largo a piedi. O’Connell street è il viale principale del centro cittadino, ricco di edifici storici come l’hotel Gresham, dove Joyce ambientò uno dei suoi racconti più famosi e l’antico edificio georgiano delle Poste centrali, dove nel 1916 fu proclamata per la prima volta la Repubblica d’Irlanda. Di fronte al palazzo delle poste centrali si innalza lo Spire, ovvero il monumento alla luce, una torre in acciaio alta 120 metri che culmina con un bagliore luminoso che assomiglia a una stella. Dalla parte opposta della strada c’è la famosa statua in bronzo di James Joyce.

Continuando la nostra camminata si raggiunge in poco tempo il fiume Liffey, un punto di riferimento costante per orientarsi in città. Taglia Dublino a metà ed è sovrastato da una ventina di ponti pedonali, stradali e ferroviari. Una passeggiata lungo la sua riva ci offre la possibilità di scoprire gli scorci più belli della città. Ogni ponte ha le sue caratteristiche: ce ne sono di antichi e di moderni, intitolati a figure storiche e a scrittori. Il più originale è quello dedicato al drammaturgo Samuel Beckett, la cui forma richiama quella dell’arpa, uno dei simboli dell’isola d’Irlanda. A progettarlo è stato il famoso architetto catalano Santiago Calatrava, autore anche di un un ponte assai futuristico intitolato a Joyce che si trova davanti a un edificio georgiano affacciato sulle rive del fiume, dove lo scrittore ambientò uno dei più famosi racconti contenuti nel suo libro Gente di Dublino, portato anche al cinema dal regista statunitense John Huston.

Ma il ponte al quale sia i turisti che i dublinesi sono più affezionati è senza dubbio il cosiddetto Ha’penny Bridge, il piccolo ponte pedonale costruito oltre due secoli fa, per attraversare il quale era necessario all’epoca pagare un pedaggio di mezzo penny. Lo storico Ha'Penny Bridge è anche una delle più famose vie d’accesso per la zona di Temple Bar, sull’altro lato del fiume, uno dei cuori pulsanti del centro cittadino.

[4:36] Temple Bar

Si dice che il quartiere prenda il nome da Sir William Temple, un nobiluomo che nel Seicento acquistò il terreno lungo il fiume e vi fece costruire la sua residenza. Temple Bar è un grappolo di stradine acciottolate che soprattutto di sera si accendono di vita tra pub, ristoranti, negozi, gallerie d’arte e luoghi dove ascoltare ottima musica dal vivo. È una zona un po’ bohémien che negli anni ha assunto la fisionomia di una meta turistica ma anche di un centro culturale che ruota attorno alla Meeting House Square, una piazzetta quadrata diventata il luogo di ritrovo più noto della città. Poco più avanti c’è il Clarence hotel, l’albergo di proprietà di Bono Vox e The Edge degli U2, che nel 2000 si misero anche a suonare sul tetto dell’edificio. A proposito: sapete qual è l’origine del nome d’arte del cantante degli U2? Deriva dal Bonavox, un negozio di apparecchi acustici ancora esistente nel centro di Dublino, in North Earl Street.

Uno dei tratti caratteristici di Temple Bar è anche l’arte di strada, con graffiti e dipinti murali che spuntano un po’ ovunque sui palazzi del quartiere. Sono opere di personaggi come Maser, uno dei più noti artisti contemporanei irlandesi, che in oltre 25 anni di carriera ha esposto anche nelle principali gallerie d’Europa.

Vi segnalo anche Love Lane, il vicolo dell’amore, un murale di piastrelle decorate a tema dall’artista di strada dublinese Anna Doran, che riunisce delle citazioni sull’amore di alcune star internazionali. 

A Temple Bar ci sono anche i mercatini del sabato: quello alimentare e quello di Cow’s Lane, dov’è possibile acquistare vestiti e oggetti di design. A un isolato di distanza c’è invece la George’s Street Archade, un mercato coperto in stile vittoriano con bancarelle e negozi per tutte le tasche.


[6:36] Trinity College

A pochi passi dal quartiere di Temple Bar si trova anche uno dei luoghi più affascinanti della città, il Trinity College, storica università costruita alla fine del XVI secolo, che ha sfornato un numero non precisato di premi Nobel e che custodisce, nella sua biblioteca, uno dei testi religiosi miniati più famosi del mondo, il Book of Kells. Si pensa che risalga all’VIII o al IX secolo dopo Cristo ma nessuno sa dirlo con precisione. Milioni di persone arrivano ogni anno da tutto il mondo per ammirarlo attraverso la teca di cristallo in cui è custodito. Ogni giorno ne viene girata una pagina per evitare che la preziosa opera venga danneggiata dalla luce. Davvero impressionante, all’interno delTrinity College, è la cosiddetta Long Room, una delle biblioteche più belle del mondo, al cui interno sono conservati cinque milioni di volumi e migliaia di antichi manoscritti.

[7:53] La Dublino georgiana 

 Nella parte meridionale di Dublino abbondano le case del XVII secolo, disposte in file armoniose, esternamente poco appariscenti ma decorate all’interno da preziosi stucchi. Ospitano gallerie, negozi e uffici abilmente celati tra storiche mura.

La parte più elegante della capitale è quella nata in epoca georgiana e ha il suo fulcro nel parco di St. Stephen’s Green e soprattutto in Merrion Square. Qui si affacciano i principali edifici governativi e i maggiori musei: quelli nazionali sono tutti ad ingresso gratuito.

Ogni domenica nei giardini di Merrion Square si tiene anche l’Open-Air Art Gallery, una curiosa galleria d’arte all’aperto con opere appoggiate ai cancelli del giardino.

[8:22] Grafton Street

Adiacente al Trinity College è anche Grafton Street, la strada più importante del centro cittadino. È il cuore del commercio fin dall’epoca vittoriana: ovviamente col passare del tempo i negozi sono cambiati e dalle sartorie di un tempo si è passati ai marchi di moda. Ma alcuni antichi rivenditori sono rimasti al loro posto. Come Brown Thomas, nato alla metà dell’‘800 come negozio di tendaggi e oggi diventato uno dei grandi magazzini più esclusivi d’Irlanda o i gioiellieri Weirs and Sons. In Grafton Street c’è ancora il più famoso e antico caffè di Dublino, il Bewleys Oriental Café, che fu un ritrovo abituale per i grandi della letteratura di inizio ‘900. Ci sarà pure un motivo dunque, se una famosa canzone popolare irlandese descrive Grafton Street come il paese delle meraviglie e dice che per trasformare Dublino in un paradiso basta un caffè alle undici di mattina.

[9:26] St. Stephen's Green

 Percorsa tutta Grafton street si arriva a St. Stephens Green, uno dei parchi pubblici più antichi di tutta l’Irlanda, costruito nel 1664 con alberi, prati, una fontana e monumenti dedicati a importanti figure storiche. Alzando lo sguardo ci si accorge di essere circondati da splendidi edifici in stile georgiano che un tempo erano dimora dell’alta società e oggi ospitano uffici, alberghi e residenze d’epoca.

Camminando per il centro di Dublino vi capiterà più volte di imbattervi nelle curiose porte colorate degli edifici. Gialle, rosse, verdi, viola: ce ne sono per tutti i gusti. Pare che le prime siano comparse all’inizio del Novecento in due abitazioni adiacenti non lontane da Merrion Square. Entrambe appartenevano a due scrittori dell’epoca: George Moore e Oliver St. John Gogarty. I due uomini non andavano molto d’accordo, erano abituati a bere fino a tarda notte e a tornare a casa un po’ su di giri. Spesso però tentavano di entrare nella porta sbagliata. Dopo l’ennesimo errore, George Moore decise allora di dipingere di verde la porta della sua abitazione, per riconoscerla meglio. Gogarty, offeso, volle fare lo stesso per sottolineare che lui non era l’unico a commettere quello sbaglio, ma scelse il rosso. Da allora le porte colorate dei palazzi sono comparse in tutta la città e anche se nessuno sa con certezza assoluta l’origine di questa usanza, oggi sono diventate un simbolo di Dublino.

[10:54] Molly Malone

 Ma se parliamo di figure simboliche della città, non possiamo dimenticare la leggendaria pescivendola Molly Malone, che nel Settecento arrivava ogni mattina dal vicino villaggio di Howth per vendere vongole e cozze. Anche in questo caso la storia si confonde con la leggenda, e racconta di una giovane che alternava il suo mestiere di venditrice di pesci con quello di prostituta e che morì di tifo o di altre malattie veneree. La canzone tradizionale che le è stata dedicata è diventata anche l’inno non ufficiale della città di Dublino. Nel 1988, durante le celebrazioni del millenario di Dublino, fu eretta anche una statua che raffigura Molly Malone con il suo carretto di pesci e che adesso si trova in Suffolk street, di fronte all’ufficio informazioni turistiche.

[11:51] La Dublino medievale

A ridosso del centro, ma allontanandosi dal fiume, si entra nella parte antica di Dublino che comprende il suo antico castello e le chiese gotiche del Medioevo.

Fondato nel 1204 come opera difensiva su ordine di re Giovanni d’Inghilterra, il castello di Dublino è un concentrato della storia d'Irlanda. Fu prima un forte gaelico, poi una fortezza vichinga, di cui restano piccole tracce sotto ai bastioni. Infine ospitò a lungo la sede del governo inglese sull’isola.

[12:23] La Chester Beatty Library

Di fronte al castello si trova la Chester Beatty Library, che prende il nome dal collezionista statunitense Chester Beatty. È una biblioteca che ospita collezioni provenienti da tutto il mondo: papiri egiziani, manoscritti medievali, antiche edizioni di testi sacri e manoscritti orientali e islamici. Al suo interno si tengono sempre anche mostre ed esposizioni.

[12:48] La cattedrale di Christ Church 

Sull’altro lato della strada c’è l’edificio più antico della città: la cattedrale di Christ Church, fondata originariamente dal re vichingo Sitric intorno al 1030, subito dopo la sua conversione al cristianesimo. L’attuale struttura della cattedrale è un po’ più recente e risale al 1870.

[13:37]
 Sono Susanne Reid e dirigo le attività pubbliche della Christ Church. La cattedrale si trova nel cuore di Dublino da circa 1000 anni, e quando ci troviamo di fronte alle persone che organizzano visite guidate la maggiore difficilta che abbiamo è quella di sceglire tra le tante stories che la cattedrale ha vissuto nella sua vita milenaria. La Christ Church è entrata nel Guinness Primati perché anche se è una piccola cattedrale dell'Europa occidentale ha il maggior numero di campane suonate in cerchio completo di tutto il mondo. Lassù in cima sul campanile ci sono ben 19 campane mentre all'interno c'è la copia più antica della Magna Carta conservata nel nostro paese. L'Irlanda la ricevette subito dopo l'Inghilterra e questo antichissimo cimelio è esposto adesso in una cripta della cattedrale. Abbiamo anche uno splendido servito di piatti dal valore inestimabile che fu donato alla cattedrale alla fine del Seicento da Guglielmo d'Orange dopo la battaglia del fiume Boyne.

[14:17]  La cattedrale di San Patrizio

L’altra cattedrale cittadina, quella dedicata a San Patrizio, patrono dell’isola d’Irlanda, si trova a pochi minuti a piedi. Costruita in stile gotico e risalente al XII secolo, fu una cattedrale di rito cattolico fino al 1534, quando lo scisma di Enrico VIII la trasformò in un luogo di culto protestante, e tale è rimasto fino ai giorni nostri.

Dietro alla cattedrale di San Patrizio vale sicuramente una visita la Marsh’s library, la prima biblioteca pubblica d’Irlanda, istituita nel 1707. È un luogo dal grande fascino che nei secoli è stato frequentato da tutti i più grandi scrittori irlandesi. Nei dintorni si trova anche la chiesa ottocentesca di Whitefrairs, che conserva i resti del corpo di San Valentino, dove gli innamorati si recano per chiedere al santo di vegliare sul loro amore.

[15:11] Il quartiere dei Liberties

L’area tra le due cattedrali si chiama Liberties ed è il vero cuore della capitale irlandese, nel quale ancora oggi si possono trovare tracce della Dublino medievale. Il nome proviene dal fatto che, sin dalle invasioni anglo-normanne del XII secolo, pur essendo annesso alla città, il quartiere manteneva una sua giurisdizione.

[15:33] La Guinness Storehouse 

Anche qui prosegue un confronto tra antico e moderno: camminando circa un altro quarto d’ora, in direzione opposta rispetto al fiume, raggiungiamo la Guinness Storehouse, un’opera di recente costruzione ricavata dalla storica fabbrica della Guinness, la birra scura più famosa del mondo, nata a Dublino nel 1759.

Quell’anno un geniale mastro birraio firmò un contratto d’affitto della durata – pensate un po’ - di novemila anni per questa birreria, con un canone di 45 sterline l’anno e si dedicò esclusivamente alla produzione di birra scura, la cosiddetta “stout”. Quel mastro birraio si chiamava Arthur Guinness e avrebbe legato per sempre il suo nome alla città.

Dopo un complesso restauro, l’antico impianto di fermentazione è stato trasformato nella Guinness Storehouse, un’attrazione avveniristica con ascensori e scale mobili, suddivisa in sette piani, con un’esposizione multimediale che racconta la storia della Guinness, dalle pubblicità vintage all’arte della birrificazione. In cima si trova il Gravity Bar, un locale dal quale si può ammirare una bellissima vista panoramica a 360 gradi sulla città.

L’area di Liberties è famosa da secoli anche per le sue distillerie di whiskey. Atmosfere e sapori antichi portati fino ai giorni nostri come quelli delle distillerie Teeling e Roe&Co, oppure della Dublin Liberties Distillery, al cui interno è spiegato l’intero processo di produzione e ovviamente si può assaggiare una selezione di ottimi whiskey irlandesi.

[17:19] I Docks

Gli irlandesi, diceva Freud, sono l’unico popolo che non può essere psicanalizzato perché sono troppo inclini alla fantasia. E allora non c’è da stupirsi se a Dublino la creatività non ha risparmiato neanche le chiese. In fondo a Henry Street c’è la St. Mary’s Church, una chiesa sconsacrata del XVIII secolo che è stata trasformata in un ristorante. Si chiama The Church, ha i soffitti altissimi e dà proprio l’idea di mangiare all’interno di un luogo sacro. Al suo interno c’è un busto di Arthur Guinness, il fondatore dello storico marchio, che si sposò proprio qui nel 1761.

E per restare in tema di contemporaneità non possiamo farci mancare una visita ai Docks, la zona del vecchio porto che in anni recenti è stata sottoposta a una massiccia opera di riqualificazione, tra nuovi palazzi che sorgono e vecchie fabbriche che vengono trasformate. Un tempo qui c’era soltanto un’area paludosa adibita al commercio marittimo. Oggi vi sono concentrati gli edifici più moderni e avveniristici della città. A cominciare dal quartiere tecnologico e finanziario, con le sedi europee dei giganti della “New Economy”. C’è la 3Arena, un grande anfiteatro per concerti ed eventi, la piazza avveniristica denominata Grand Canal Dock ed edifici come il Bord Gáis Energy Theatre, un teatro tutto in vetro e acciaio progettato dall’archistar Daniel Libeskind;

[18:48] Epic Ireland

E poi l’Epic, il museo dell’emigrazione ricavato in un vecchio magazzino di tabacco e liquori che racconta la storia di milioni di irlandesi che in passato furono costretti dalla povertà e della carestia a lasciare il loro paese. Tutto intorno ci sono spazi all’aperto, installazioni artistiche e luminose, sculture e memoriali che raccontano la storia della città e del paese. Nell’area vi consiglio di visitare anche gli studi di registrazione di Windmill Lane, un luogo leggendario per tutti gli appassionati di musica, dal quale sono passati artisti del calibro di U2, Van Morrison, Elvis Costello e Sinéad O’Connor.

In mezzo a tutta questa modernità, sul fiume spicca anche la sagoma di un vascello: è la replica di una nave a tre alberi, la Jeanie Johnston, che alla metà dell’Ottocento portò nelle Americhe migliaia di emigrati. Al suo interno si trova il museo della carestia.

[19:47] James Joyce e Bloomsday

Chiunque sia stato a Dublino anche soltanto per un giorno sa che James Joyce pervade ogni angolo della città, le sue strade, le sue piazze, i suoi vicoli, i suoi pub.

Joyce nacque nel 1882 fuori dal centro cittadino, a Rathgar, un elegante sobborgo dove dominano gli edifici di mattoni rossi in stile vittoriano. Ogni anno alla metà di giugno in città si celebra il “Bloomsday”, il giorno raccontato nell’Ulisse, rievocando con un festival diffuso una delle date più importanti della letteratura mondiale, il 16 giugno 1904, giorno in cui lo scrittore incontrò Nora, la donna della sua vita. È una vera festività laica con rievocazioni storiche, spettacoli di strada e letture di poesie nei pub. Tra i tanti luoghi della città descritti nel romanzo ce n’è uno al quale sono particolarmente affezionato: è la farmacia Sweny, proprio dietro a Merrion Square. Al suo interno si respira ancora l’atmosfera di inizio ‘900, perché tutto è rimasto come ai tempi di Joyce. Da alcuni anni non è più una farmacia ma un negozio di libri usati gestito da un gruppo di volontari che tengono aperto il negozio in memoria del grande scrittore.

[21:09] Dublino Città della Letteratura dell'UNESCO

Ma l’anima letteraria di Dublino non si limita soltanto a Joyce. Nel 2010 l’Unesco l’ha proclamata città della letteratura e in effetti è difficile trovare una città con meno di mezzo milione di abitanti – qual era Dublino all’inizio del ‘900 – che abbia dato i natali a così tante figure di spicco della letteratura mondiale. Anche oggi muoversi tra le sue strade è un po’ come saltare tra le pagine di un libro che viene continuamente aggiornato anche dall’opera di tanti scrittori contemporanei.

[21:38] Museum of Literature Ireland

Nel 2019 è stato persino aperto un museo dedicato alla letteratura irlandese, il Moli, che sta per Museum of Literature Ireland. Si trova in un edificio georgiano del XVIII secolo affacciato su St. Stephens Green, le cui sale tematiche raccontano molto bene l’impatto che la letteratura irlandese ha avuto sulla cultura mondiale.

Proprio sul retro del museo della letteratura ci sono gli Iveagh Gardens: un giardino segreto, una piccola oasi verde raccolta in mezzo agli edifici georgiani e conosciuta da pochi.

[22:12] I grandi scrittori irlandesi

Legato alla città è anche un altro grande, anzi grandissimo autore irlandese: Oscar Wilde, che nacque nel 1854 in una casa a Westland Row ma trascorse gran parte della sua vita a Merrion Square. Nel parco georgiano situato nel cuore della piazza si trova la statua che lo ritrae disteso sopra un masso, con la stessa aria ribelle e bohémien che l’ha reso noto in tutto il mondo.

E di Dublino erano anche altri due grandi scrittori e drammaturghi che si aggiudicarono il premio Nobel per la letteratura, George Bernard Shaw e Samuel Beckett. Un altro premio Nobel, William Butler Yeats, nacque invece a Sandymount, nella baia di Dublino, e all’inizio del ‘900 fondò l’Abbey theatre, il primo teatro nazionale irlandese. L’Abbey theatre si trova a pochi passi da O’Connell Street e offre sempre un cartellone teatrale con opere di altissimo livello. 

Spesso si dimentica che nella capitale irlandese si possono trovare anche le radici del padre di tutti vampiri. Stiamo parlando di Bram Stoker, l’autore di Dracula, che nacque nel 1847 a Clontarf, un sobborgo a nord della città. Tra le fonti d’ispirazione del suo capolavoro c’è la cripta della chiesa di St. Michan, sull’altra sponda della Liffey. Si dice che Stoker andasse a vedere le mummie che tuttora vi sono conservate. Ogni anno, nella settimana di Halloween, il Bram Stoker Festival celebra il famoso scrittore dublinese.

[23:50] Phoenix Park 

Beh, forse dopo tutto questo peregrinare è giunto il momento di una sosta. A poca distanza dal centro c’è il Phoenix Park, il parco cittadino più grande d’Europa, la cui estensione è due volte quella del Central park di New York. Al suo interno si trovano la residenza del presidente della Repubblica irlandese e uno zoo con oltre 400 specie di animali.

[24:15] I pub di Dublino

Ma la sosta tipicamente irlandese, inutile dirlo, è in un pub.

I pub di Dublino sono luoghi unici, molti offrono musica dal vivo, sono aperti fin dalla mattina e in ogni quartiere della città c’è davvero l’imbarazzo della scelta. Vicino al Trinity college vi consiglio senza dubbio O’Donaghues, dove servono una delle migliori pinte di birra di Dublino e dal quale sono passati alcuni dei principali interpreti della musica tradizionale irlandese, come Christy Moore e i Dubliners.

Poco più giù, su Dame street, si trova il Whelans, un altro locale molto famoso per la musica dal vivo. Oppure, se vi trovate a ovest lungo il fiume potete andare al Brazen Head, considerato il pub più antico di Dublino, fondato addirittura nel 1198.

Per mangiare, oltre agli stessi pub, ci sono molti ristoranti di tutti i tipi, con cibo irlandese o etnico, nella zona di George Street, non lontano da Temple Bar. Oppure, lungo il fiume all’altezza dell’Ha’ Penny Bridge, vi suggerisco una tappa allo Winding Stairs. È una delle migliori librerie indipendenti della città ma al piano di sopra ha anche un ottimo ristorante.

[25:19]  Conclusione 

Insomma, a Dublino ci sono davvero un milione di cose da fare, da vedere e da scoprire. Ma anche i dintorni della città e la sua baia sono splendidi, e ci andremo insieme nella prossima puntata di Storie d’Irlanda.

Ovviamente, anche in Irlanda la situazione sanitaria è in continua evoluzione e le autorità sconsigliano tutti i viaggi non essenziali ma presto arriverà il momento di partire ancora, alla scoperta dell’isola di smeraldo.

Questa serie di podcast è stata pensata e realizzata a cura dell’ente del turismo irlandese.

Per maggiori informazioni sull’isola d’Irlanda e sulla città di Dublino visita Irlanda.com

Introduzione
Panoramica su Dublino e i ponti
Il quartiere di Temple Bar
Il Trinity College
La Dublino georgiana
Grafton Street
St. Stephen’s Green
Molly Malone
La Dublino medievale
La Chester Beatty Library
La Cattedrale di Christ Church
L’area dei Liberties
La Guinness Storehouse
I Docks
EPIC Ireland
James Joyce e Bloomsday
Dublino Città della Letteratura dell'UNESCO
Museum of Literature Ireland
I grandi scrittori irlandesi
Phoenix Park
I pub di Dublino
Conclusione