Storie d'Irlanda

04 | La Wild Atlantic Way

Turismo Irlandese Season 1 Episode 4

Una costa sagomata dal mare e dalla storia che ospita  luoghi dove bisogna inchinarsi alla maestosità della natura: è la la Wild Atlantic Way, una strada di 2.500 chilometri che percorre l’intera costa occidentale dell’Irlanda.

WILD ATLANTIC WAY

Introduzione [0,00]

Immaginate un luogo dove il contrasto fra il mare, le scogliere e le spiagge solitarie diventa assoluto. Dove la presenza impetuosa dell’oceano traccia un grande cammino culturale e paesaggistico, con un panorama che cambia di continuo e dà la sensazione di essere travolti dalla potenza della natura, rivelando scorci dalla bellezza struggente e poetica.

È la Wild Atlantic Way, una strada di duemilacinquecento chilometri che percorre l’intera costa occidentale dell’Irlanda. Una costa sagomata dal mare e dalla storia che in tempi recenti è stata trasformata in un itinerario con una segnaletica accurata.

Si tratta della strada costiera più estesa del mondo, più lunga della Pacific Highway californiana, della Garden Route sudafricana e della Great Ocean Road australiana.

È difficile esplorarla tutta in una volta sola, e forse si tradirebbe anche lo spirito che la caratterizza, ovvero quello di un turismo lento, amico dell’ambiente e di chi abita il territorio.

Lungo il cammino ci si imbatte in alcune delle meraviglie dell’isola, luoghi dove bisogna inchinarsi alla maestosità della natura, come le incredibili Cliffs of Moher, le gigantesche scogliere che si ergono a precipizio per oltre duecento metri, ma anche il paesaggio lunare del Burren, quello poetico del Connemara e quello invece più selvaggio del Donegal.

In questo viaggio andremo anche alla scoperta di itinerari ancora poco battuti, cercando di toccare i punti essenziali di questo incredibile percorso. 

Io sono Riccardo Michelucci e da anni percorro l’Irlanda in lungo e in largo. Ma ogni volta vi scopro qualcosa di nuovo e di sorprendente.

Con Storie d’Irlanda faremo un viaggio insieme all’ente del turismo irlandese attraverso i luoghi, i personaggi e le curiosità di questa terra ricca di fascino e di cultura.

[STACCO MUSICALE]

 Come percorrere la Wild Atlantic Way [1.55]

Quello della Wild Atlantic Way è un tracciato quasi sempre con vista sull’oceano, che attraversa lande desolate e suggestive, spazzate da un vento teso che agita l’erba e il vello delle pecore che pascolano sulle scogliere.

Per esplorarlo non è indispensabile avere una mappa. Il percorso è infatti segnalato da una moltitudine di cartelli blu e marroni con un logo costituito da due W e una A, stilizzate per disegnare la forma grafica delle onde. Oltre alla direzione, i cartelli indicano le spiagge, i punti panoramici, i musei, i fari e altri punti di interesse.

L’itinerario attraversa nove contee dell’isola: si può affrontare tutto in auto, in moto o in bici, oppure concentrarsi su una singola zona, a seconda del tempo che abbiamo a disposizione. Per percorrerlo tutto in macchina direi che servono almeno un paio di settimane.

 L’intero percorso della Wild Atlantic Way è lungo circa 2500 chilometri e conta circa duecento punti d’interesse che attraversano l’intera costa occidentale, dall’estremità nord all’estremità sud dell’isola.

Si può visitare dall’alto verso il basso, quindi partendo da nord, dalla contea di Donegal, oppure in senso inverso. E ovviamente anche esplorarlo parzialmente partendo da una delle contee intermedie.

Kinsale [3.17]

Noi lo percorreremo dal basso verso l’alto, iniziando quindi da sud, dalla cittadina portuale di Kinsale, nella contea di Cork, un tranquillo borgo marinaro famoso per la pesca, le barche a vela, le case colorate e una storica battaglia contro l’Invincibile Armata spagnola, all’inizio del Seicento. Insieme alla città di Cork, Kinsale è considerata la capitale gastronomica dell’Irlanda, ed è famosa per i suoi ottimi ristoranti, che servono prelibatezze di mare pescate in giornata. Sul piano paesaggistico la vera attrazione di Kinsale è il suo aspetto da cartolina e il suo promontorio, noto come Old Head of Kinsale, dal quale si può scorgere il tratto di mare dove nel 1915 - tre anni dopo il disastro del Titanic - colò a picco il piroscafo Lusitania, silurato da un sommergibile tedesco. Intorno al promontorio c’è un percorso panoramico che consente di scoprire a piedi tutti i punti più spettacolari della zona, accompagnati dal rumore delle onde che s’infrangono sulle scogliere.

 

Mizen Head [4.24]

Proseguendo lungo la costa, in circa un’ora di macchina arriviamo a Mizen Head, il punto più a sud di tutta l’Irlanda. Qui si trova la più antica stazione radio dell’isola, da poco trasformata in un museo aperto al pubblico. È un complesso di epoca vittoriana costruito oltre un secolo fa per aiutare i pescherecci ad evitare gli scogli nelle giornate buie e tempestose. Nel museo si possono vedere da vicino oggetti autentici dell’epoca e visitare l’interno della sala radio da cui Guglielmo Marconi lanciò i primi segnali radio attraverso l'Oceano Atlantico. Pochi sanno, infatti, che Marconi era sposato con una donna irlandese, Beatrice O’Brien, figlia di Edward Dunnough O’Brien, quattordicesimo barone di Inchiquin, che scelse proprio il faro davanti a Mizen Head per lanciare il primo segnale radio della storia. Assolutamente da non perdere è anche una passeggiata sul Mizen Bridge, il ponte pedonale sospeso cinquanta metri sopra le onde dell’oceano.

Sulla strada per Mizen Head, potrete ammirare una delle spiagge sabbiose più grandi del sud, Barley Cove, raggiungibile con un ponte pedonale costruito per le maree e godervi qualche momento di relax in spiaggia. Ma la vera attrazione della penisola è la Mizen Head Signal Station, un complesso di epoca vittoriana costruito oltre 100 anni fa per aiutare i pescherecci ad evitare gli scogli nelle giornate buie e tempestose. 

Salendo lungo le insenature ci si imbatte negli angoli più suggestivi e più autentici del sud ovest irlandese, in cui è ancora possibile fermarsi in un piccolo pub e trovare gente del posto ansiosa di raccontarci la loro giornata oppure sedersi su una roccia vista mare senza case per chilometri e chilometri.

 Dursey Island [5.45]

Tra i tanti punti spettacolari dove vi potete fermare vi consiglio una deviazione verso la piccola isola di Dursey, che conserva importanti resti archeologici ed è raggiungibile dalla terraferma con una piccola funivia che viaggia a 250 metri di altezza sopra il mare, l’unica presente in tutta l’isola.

 Skellig Islands [6.05]

Ma tra i luoghi in assoluto più suggestivi di tutta l’isola ci sono senza dubbio le Skellig, due isole importanti dal punto di vista storico e naturalistico. L’isola a forma di scheggia che spunta dalle onde dell'Atlantico a circa una dozzina di chilometri dalla costa del Kerry si chiama Skellig Michael ed è patrimonio mondiale dell'umanità Unesco. In questo enigmatico isolotto abitato soltanto da uccelli marini, nel '600 una colonia di monaci cristiani fondò uno dei luoghi di culto più remoti dell'intera Europa dedicati all'Arcangelo Michele. È un luogo talmente incredibile e surreale che gli sceneggiatori di “Guerre stellari” l’hanno usato come set per girarci il settimo episodio della saga, “Star Wars: Il risveglio della Forza”. Sono state proprio le capanne circolari a forma di alveare tipiche di Skellig Michael, realizzate con pietre a secco, a fare da scenario agli ultimi momenti di Guerre Stellari.

 Dingle [7.07]

Poi arriviamo nella penisola di Dingle, costellata da una miriade di piccoli villaggi costieri, tra cui il capoluogo omonimo, Dingle, famoso anche perché nelle sue acque si era stabilito per quasi quarant’anni Fungie, un delfino maschio che fu notato per la prima volta nel porto nel lontano 1983 ed è entrato nel Guinness dei primati come “delfino solitario più longevo del mondo”. Prima che nel 2020 si perdessero le sue tracce, la gente del posto aveva realizzato persino una statua in suo onore. Nella penisola di Dingle l’antica lingua gaelica è ancora ben radicata, il pesce e le distillerie artigianali di whiskey abbondano e si sposano a panorami eccezionali, da gustare magari con calma, facendo lunghe passeggiate o gite in bicicletta.

Il National Geographic ha definito la Dingle Peninsula “il luogo più bello della Terra”, e in effetti ovunque si volge lo sguardo gli occhi si riempiono di stupore. Il verde delle vallate e delle montagne si fonde alla perfezione con il blu dell’oceano, l’azzurro del cielo e i colori accesi delle case.

Per parlare approfonditamente della penisola di Dingle ci sarebbe bisogno di un’intera puntata di Storie d’Irlanda ma per adesso mi limiterò a segnalarvi che qui, alla larga dal caos delle città, si può uscire in barca con i pescatori locali e poi, al rientro, cucinare quello che si è pescato.

Dunquin [8.31]

Pochi luoghi possono rendere meglio l’idea di un turismo lento, rilassante e amico dell’ambiente come il minuscolo villaggio di Dunquin, con una stradina stretta e tortuosa circondata dall’oceano che è stata ribattezzata “l’autostrada delle pecore” perché non è raro trovarsele in fila ed essere costretti a fermarsi per ammirare meglio panorama. Dal molo di Dunquin partono anche i traghetti per il piccolo arcipelago delle Blasket Islands, un prezioso tesoro naturalistico a circa venti chilometri dalla costa. Al Blasket Center c’è anche un museo che rende omaggio alla piccola comunità che ha popolato il territorio fino al 1953, seguendo uno stile di vita tradizionale fatto di agricoltura, pesca e tessitura.

 Le Blasket Islands [8.51]

Periodicamente viene pubblicato sui giornali e sul web un curioso annuncio di lavoro che riguarda la Great Blasket Island. Cercano una coppia di guardiani per la principale isola di questo arcipelago selvaggio e sperduto nell’oceano. Un luogo in gran parte montuoso, dove mancano sia l’elettricità che l’acqua corrente ma dove la natura è davvero incontaminata. Nel 2020 si sono candidati in molti per ottenere quel posto e alla fine sono stati selezionati Niamh e Jack, una coppia di venticinquenni irlandesi che hanno deciso di cambiare vita venendo a vivere e a lavorare qua.

 Le Cliffs of Moher [9.53]

Continuando a salire lungo la costa, in poco più di tre ore di auto si raggiungono le grandiose Cliffs of Moher, nella contea di Clare, le scogliere calcaree che si ergono a precipizio per oltre duecento metri sull’acqua, estendendosi per circa otto chilometri. Sono una delle mete turistiche più incredibili di tutta l’Irlanda, dove la natura regna davvero sovrana, modellata soltanto dalle leggende e dalla forza degli elementi.

 Da Harry Potter e il principe mezzosangue [10:20]

“Harry sentiva odore di salsedine e udiva il rumore delle onde; una leggera brezza gelata gli scompigliava i capelli: guardò il mare illuminato dalla luna e il cielo trapunto di stelle. Si trovava su un grosso scoglio di roccia scura, con l’acqua che schiumava e ribolliva sotto di lui. Dietro si levava un’altissima scogliera: un precipizio nero e informe da cui sembravano essersi staccati, in qualche era passata, enormi massi, come quello sul quale si trovavano Harry e Silente”

Inizia così il sedicesimo capitolo di “Harry Potter e il principe mezzosangue”. Non sappiamo con certezza se l’autrice J.K. Rowling si sia ispirata alle scogliere di Moher. Però di sicuro il regista David Yates, che ha curato la trasposizione cinematografica del libro, è venuto proprio qui a filmare l’episodio.

Le Cliffs of Moher - Geoparco Unesco [11:14]

 Oltre allo straordinario fascino visivo delle scogliere, ciò che colpisce è anche la loro ricchezza naturalistica, la flora selvatica e la fauna con oltre 35 specie di uccelli marini. Oggi le Cliffs of Moher fanno parte di un geoparco riconosciuto dall’Unesco e visitarle è un modo perfetto per trascorrere un’indimenticabile giornata all’aperto tra panorami mozzafiato, flora selvatica rara e uccelli marini introvabili altrove. Dalla terrazza del nuovo centro visitatori si può ammirare anche un panorama che abbraccia le isole Aran e spazia a nord fino alla baia di Galway e al Connemara.

Doolin [11:53]

A pochi minuti di distanza dalle Cliffs of Moher si trova il minuscolo e pittoresco paesino di  Doolin, un antico villaggio di pescatori che sembra uscito da un libro delle favole, con vecchi cottage dal tetto di paglia e piccole casette dai vivaci colori pastello. Doolin è conosciuto anche come la capitale della musica tradizionale irlandese e per questo vi consiglio di fermarvi a dormire in uno dei caratteristi bed&breakfast e di trascorrere la serata in uno dei tre pub del villaggio, dove si mangia molto bene e quasi tutte le sere ci sono sessioni di musica dal vivo.

Doolin costituisce anche una delle principali porte d’accesso per le famose isole Aran, che si possono vedere a occhio nudo nelle giornate dal cielo limpido. Il suo piccolo porticciolo è una base di partenza per i traghetti che raggiungono le Aran, che sono un altro luogo magico, ricco di storia e di cultura. Ma adesso non abbiamo tempo di soffermarci su di esse a lungo perché dobbiamo continuare il nostro viaggio alla scoperta della Wild Atlantic Way.

Il Burren [12:52]

A questo punto proseguirei per un tratto nell’entroterra fino a raggiungere il Burren, un territorio caratterizzato da un ecosistema unico e da una natura selvaggia disseminata di antichi siti archeologici. Il nome ‘Burren’ deriva da un termine in gaelico irlandese che significa “grande roccia” e infatti ci troviamo proprio di fronte a un vasto terreno di pietra calcarea. È un paesaggio lunare, un’immensa distesa di roccia grigia intervallata da grotte, da fossili e da un’incredibile varietà di fiori, piante artiche, alpine e mediterranee. Personalmente lo trovo un luogo dalla bellezza poetica, che non a caso ha catturato il cuore e l’immaginazione di tanti artisti e scrittori. Viene a mente ad esempio la Terra di Mezzo raccontata da Tolkien nel Signore degli Anelli, e infatti l’autore di quel grande romanzo diventato anche un celebre film trascorse lunghi periodi della sua vita proprio da queste parti, negli anni ‘50, traendo ispirazione da questo straordinario paesaggio.

Lungo la strada si trovano anche resti archeologici antichissimi come il dolmen di Poulnabrone, risalente all’epoca neolitica (ovvero circa seimila anni fa) e il Caherconnell Fort, un forte medievale in pietra perfettamente conservato, con un centro visitatori dove si possono degustare le eccellenze del Burren, assaggiare torte cucinate con antiche ricette e acquistare prodotti tipici della zona.

Il Connemara [12:52] 

Superata la città di Galway – che è stata capitale europea della cultura nel 2020 - ci dirigiamo verso il Connemara, una regione selvaggia e montagnosa che custodisce le più antiche tradizioni rurali gaeliche. È un mosaico di piccoli laghi e torbiere dalla bellezza struggente che in passato ha catturato il cuore e l’immaginazione di giganti della letteratura mondiale come William Butler Yeats e Seamus Heaney.

Il parco nazionale del Connemara è una tappa preziosa per chi abbia voglia di camminare e perdersi (pur tra sentieri segnalati) in mezzo a una natura totalmente incontaminata. Ci sono boschi e praterie, paludi e torbiere in cui l’acqua e la terra sono tutt’uno, montagne con viste dirompenti e rapidi declivi da cui l’occhio può spingersi ripido verso il mare.

Kylemore Abbey [15:06]

Uno dei luoghi senz’altro più suggestivi del Connemara, è Kylemore Abbey, una reggia in perfetto stile Tudor che si staglia in una valle circondata dalle montagne, accanto a uno splendido giardino murato vittoriano. Ha una cornice davvero spettacolare, affacciata sulle acque di un lago e circondata dalle Twelve Bens, le dodici cime della catena montuosa che si erge alle sue spalle. Kylemore nasconde anche una storia di amore e tragedia: Mitchell e Margaret Henry, una giovane coppia di inglesi molto abbienti si innamorarono di questo luogo incantevole durante il loro viaggio di nozze, nell’Ottocento. Lui decise di far costruire la reggia come tributo al loro amore ma appena tre anni dopo la fine dei lavori lei morì a causa di una malattia improvvisa. In seguito Kylemore Abbey è passata in proprietà alle monache benedettine di Ypres, fuggite dal Belgio durante la Prima guerra mondiale, che l’hanno trasformata infine in un’abbazia.

 Wild Atlantic Way of Life [16:04]

La vicinanza con l’Atlantico, simbolo dello scontro eterno fra acqua e terra, non condiziona soltanto il paesaggio ma anche gli umori delle persone che vivono qua. Lungo la costa occidentale la gente del posto dice di sentirsi “in the atlantic way” - cioè “di umore atlantico” - per spiegare la mutevolezza dei propri sentimenti. Il confronto quotidiano con il mare ha configurato un vero e proprio stile di vita (la cosiddetta Wild Atlantic Way of Life) e credo che parte dell’esperienza unica che si vive visitando questa parte dell’Irlanda sia proprio quella di incontrarne gli abitanti e mettersi a parlare con loro, magari al pub, davanti a una pinta di birra irlandese.

 Clew Bay, contea di Mayo [16:33]

Il percorso lungo la dorsale costiera dell’isola ci fa arrivare adesso nella contea di Mayo, dove si trova anche la bellissima baia di Clew, di cui vi ho già parlato nella puntata dedicata a San Patrizio. Non vi ho detto però che una delle isolette che si trovano in mare aperto, a pochi chilometri dalla costa, si chiama Dorinish, è abitata soltanto da pecore e uccelli marini ed è stata ribattezzata Beatles Island perché nel 1967 fu acquistata da John Lennon per 1700 sterline. Per un breve periodo divenne una comune hippie e qualche anno dopo la morte di Lennon, Yoko Ono decise di venderla e di devolvere il ricavato a un orfanotrofio irlandese.

Sligo [17:15]

Proseguendo sulla Wild Atlantic Way si incontra Sligo, una cittadina molto caratteristica tutta protesa verso il suo figlio più famoso, il poeta William Butler Yeats, premio Nobel per la letteratura nel 1923 e vera e propria gloria nazionale. “Sligo è il posto che più di ogni altro ha influenzato la mia vita”, scrisse Yeats, che infatti riposa qui, in un piccolo cimitero alle pendici del Benbulben, un’altura di circa cinquecento metri che fu per lui un luogo di grande ispirazione.

Ma Sligo è anche una città famosa per la degustazione delle ostriche del luogo, perché sin dall’antichità questo tratto di costa era ricco di molluschi marini, tanto che lo stesso nome Sligo in gaelico significa “luogo pieno di conchiglie”. Nella zona si possono fare tour specifici che portano a conoscere storie e miti legati alle ostriche, visitare allevamenti e ovviamente assaggiarle sia crude che cucinate in varie ricette locali.

 Mullaghmore Head e Bundoran [18:14]

Il paesaggio della contea è dominato dall’oceano e dalla brughiera. La costa, qui davvero frastagliatissima, tocca un promontorio denominato Mullaghmore Head che offre una splendida vista e precede di una manciata di chilometri un luogo molto amato dai surfisti nella contea di Donegal. È Bundoran, considerata la capitale irlandese del surf, con onde gigantesche che possono arrivare anche a nove metri d’altezza e una spiaggia sabbiosa che si estende a perdita d’occhio.

 Slieve League [18:45] 

L’unicità del percorso è ancora una volta soprattutto nei suoi panorami: più avanti uno degli angoli più belli è quello di Slieve League, con le scogliere più alte d’Europa. Credo che non ci siano parole adatte a descrivere la sua infinita bellezza. Qui la montagna si fonde con il mare, con una catena montuosa che precipita a strapiombo nel blu dell’oceano per ben seicento metri, dando davvero l’impressione di essere arrivati ai confini del mondo, in una terra ancora inesplorata. Per raggiungerle si deve lasciare l’auto al centro informazioni e camminare per una ventina di minuti lungo uno scenario indimenticabile: una scalinata di piccole pietre irregolari immersa tra lo stridio dei gabbiani e il fragore lontano delle onde che s’infrangono sulle rocce. Si possono fare anche passeggiate sulle orme di monaci e pellegrini, perché queste montagne custodiscono i resti di un sito monastico paleocristiano, le cui pietre fanno pensare che Slieve League fosse un luogo di pellegrinaggio già prima della diffusione del cristianesimo in Irlanda.

 Leo's Tavern [19:49]

Abbiamo quasi raggiunto la punta più a nord della Wild Atlantic Way e di tutta l’Irlanda. Ma prima vi suggerisco una sosta – direi quasi obbligata - in un luogo che ha fatto la storia della musica irlandese contemporanea. A circa un’ora di macchina dalle scogliere di Slieve League, nel piccolo villaggio di Meenaleck si trova un pub davvero storico, la Leo's Tavern. A fondarlo, alla fine degli anni ‘60, fu Leo Brennan, il padre della famosa cantante Enya, che un musicista pure lui. Qui si esibirono agli inizi della loro carriera sia il gruppo folk dei Clannad che gli U2 e cantanti come Christy Moore. Adesso il pub è gestito dal fratello di Enya, Bartley Brennan, e la musica dal vivo continua ovviamente a essere un marchio della casa.

La penisola di Inishowen e Malin Head [20:36]

Arriviamo infine nella penisola di Inishowen, dove si trova Malin Head, il punto più settentrionale di tutta l’Irlanda e anche l’ultima tappa della Wild Atlantic Way. Anche qui l’atmosfera è da finis terrae, con la verticalità delle scogliere che precipitano in acqua e l’orizzontalità infinita dell’oceano. Siamo sempre nella contea di Donegal, che è anche uno dei luoghi dove in Irlanda si può ammirare l’aurora boreale, con il cielo notturno che esplode in una moltitudine di colori.

Su un promontorio denominato Banba's Crown, dedicato a Banba - una divinità della mitologia irlandese -, gli inglesi costruirono nel 1805 una torre d'avvistamento che è ancora in piedi, in attesa di un'invasione napoleonica mai arrivata. Costellata da piccoli cottage dal tetto di paglia, nelle acque di fronte venne messo a punto il Titanic prima della partenza fatale e oggi è spesso utilizzata come ambientazione per film e serie televisive. E sempre per restare a cavallo tra realtà e leggenda, da queste parti sono state girate anche alcune riprese di uno degli ultimi episodi di Star Wars: gli ultimi Jedi.

 La penisola di Fanad Head e il faro [21:47]

Più a sud c'è un altro sito spettacolare, la penisola di Fanad Head, con spiagge lunghissime e un faro costruito dopo il naufragio nel 1811 della fregata inglese Saldanha: morì tutto l’equipaggio, ma la leggenda vuole che si salvasse un pappagallo, mascotte dei marinai, che ancora vola da queste parti. Al faro di Fanad, come in tanti altri fari che si trovano lungo il percorso costiero, si può vivere una delle esperienze da non perdere della Wild Atlantic Way. Ovvero fermarsi a dormire negli antichi alloggi dei guardiani del faro, ascoltare il rumore delle onde, ammirare la vastità dell’oceano e cattura con lo sguardo balene, foche e delfini.

 Conclusione [23:42]

Dunque siamo arrivati in cima, all’estremità occidentale dell’isola d’Irlanda. Il percorso della Wild Atlantic Way noi l’abbiamo compiuto da sud a nord ma ovviamente si può scegliere anche di farlo in senso opposto, dal nord al sud dell’isola.

Nella prossima puntata di Storie d’Irlanda proseguiremo lungo la costa settentrionale, addentrandoci in un’altra strada spettacolare, la Causeway Coastal Route, che inizia proprio dove termina la Wild Atlantic Way e si addentra nel cuore più profondo della natura dell’Irlanda del Nord.

Questa serie di podcast è stata pensata e realizzata a cura dell’ente del turismo irlandese.

 Per maggiori informazioni sull’isola d’Irlanda visita Irlanda.com